Come si sposta una città

La storia di Kiruna, la cittadina della Lapponia svedese che viene progressivamente smontata e trasferita altrove. Lo spostamento, pianificato nei minimi dettagli, è dovuto al cedimento della miniera sottostante che sta fagocitando interi quartieri.

2 minuti | 16 Giugno 2023

Tra le montagne dell’estremo nord della Svezia c’è una città che si muove. Il suo moto è duplice: Kiruna sta velocemente sprofondando nel sottosuolo e così, al contempo, interi quartieri vengono trasferiti in un’area più stabile. Questa cittadina di 23 mila abitanti vive in simbiosi con l’enorme miniera che per oltre un secolo è stata la sua ragione d’essere. Il minerale grezzo qui estratto contiene oltre il 60% di ferro, un valore molto più alto di quanto si possa trovare nel resto d’Europa. Da ormai un decennio, le aree abitate che sorgono in prossimità della voragine sono progressivamente ricollocate tre chilometri più a est. Gli edifici di maggiore pregio vengono smontati pezzo per pezzo, oppure trasportati interi su autocarri di dimensioni colossali, per preservarne l’integrità strutturale e storica. 

Kiruna non è l’unica città ad affrontare questo paradosso. Un centinaio di chilometri più a sud, la medesima società che ha in concessione la sua miniera – Luossavaara-Kiirunavaara AB (LKAB) – gestisce anche quella di Malmberget, una località della municipalità di Gällivare. Diversamente da Kiruna, tuttavia, il destino di quest’ultima è già segnato: l’abitato sta venendo progressivamente demolito e inglobato nell’area industriale della miniera, mentre i suoi abitanti si trasferiscono nelle limitrofe aree urbane.

 

LA CITTÀ E LA MINIERA

Sebbene la presenza di ferro nell’area fosse nota sin dagli inizi del XVIII secolo, fu solo alla fine del XIX secolo che vennero avviate dalla LKAB le prime attività estrattive tra le montagne Luossavaara e Kiirunavaara. Kiruna, il cui nome in sami indica la pernice bianca, venne costruita in prossimità della nuova miniera. La costruzione seguì un piano urbanistico moderno per l’epoca, e visionario come il suo fondatore Hjalmar Lundbohm. La città sorse tra i due monti per rendere più efficienti gli spostamenti dei minatori. La sua posizione la proteggeva dai venti artici e consentiva una vista panoramica sulla regione circostante.

Kiruna crebbe rapidamente e raggiunse a metà degli anni ‘70 una popolazione di 31 mila abitanti. L’attività estrattiva, che ha fatto nascere e sviluppare Kiruna, ne detta anche le sorti. Sono proprio le esplorazioni sotterranee ad aver causato lo sprofondamento del terreno su cui sorge la città, un fenomeno noto come subsidenza.

Mappa di Giovanni Campa.

IL DILEMMA DI KIRUNA

Se, infatti, nella prima metà del XX secolo l’estrazione mineraria avveniva solo in superficie, a partire dagli anni ‘60 iniziò anche l’estrazione nel sottosuolo, raggiungendo nel 2012 la ragguardevole profondità di 1365 metri. Pochi anni dopo iniziarono a manifestarsi i primi fenomeni di subsidenza, ma solo col nuovo millennio le conseguenze sulla stabilità dell’abitato divennero palesi. Nel 2004, la LKAB comunicò che ulteriori attività di estrazione nella miniera avrebbero compromesso irrimediabilmente l’esistenza di Kiruna. Aprendo così il dibattito sul futuro della città e dei suoi abitanti: chiudere la miniera per salvare la città oppure condannarla per salvaguardare l’economia locale? In entrambi i casi, l’avvenire di Kiruna si prospettava tetro. La chiusura della miniera avrebbe causato in breve tempo lo spopolamento della città, se non il completo abbandono. E così, la popolazione optò infine per proseguire le attività estrattive.

Per garantire la prosecuzione, almeno ideale, della città, venne perciò presa la decisione di traslocare, spostando la parte più a ridosso della miniera in un’area più distante. La LKAB presentò subito uno studio sull’impatto che la miniera avrebbe avuto negli anni sul tessuto urbano di Kiruna e quanto la prosecuzione delle attività estrattive avrebbe interessato progressivamente più aree. Da allora è iniziato il lavoro di progettazione e preparazione del nuovo centro cittadino.

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Il nuovo municipio (in primo piano) sarà il fulcro dello spostamento verso est della città di Kiruna. Fotografia di Hufton + Crown, per gentile concessione di Henning Larsen (2018).

IL PROGRAMMA

Sia a Kiruna che a Malmberget, la LKAB si è fatta carico delle operazioni di trasferimento e di ricostruzione. Il 10 aprile 2012, la LKAB e la municipalità di Gällivare presero congiuntamente la decisione di trasformare Malmberget in area industriale e trasferire i suoi abitanti nelle aree urbane limitrofe. L’obiettivo era di completare le attività entro il 2032. In un successivo accordo la LKAB si impegnò a compensare la municipalità con 2,1 miliardi di corone svedesi e a realizzare edifici pubblici sostitutivi di quelli che andava a demolire.

A Kiruna, invece, la trasformazione urbana sta avvenendo in maniera progressiva. La demolizione è partita dagli edifici più vicini alla miniera, per proseguire isolato dopo isolato, secondo le previsioni di espansione dell’attività estrattiva. La LKAB procede con accordi separati coi privati, offrendo principalmente due opzioni: vendere la casa al prezzo di mercato maggiorato del 25%, oppure trasferirsi in una nuova casa, in costruzione nella nuova area, di valore equivalente. Una sezione del sito della LKAB è dedicata a monitorare – in modo pubblico – le attività in corso e quelle previste. Una mappa della città riporta le aree interessate, il periodo nel quale i proprietari verranno contattati per i negoziati e il periodo nel quale è previsto l’avvio dei lavori di demolizione.

Per 42 edifici, considerati parte dell’eredità storica e culturale cittadina, le autorità hanno però deciso di procedere al trasferimento completo, sollevando l’edificio dalle fondamenta e spostandolo grazie a speciali mezzi su strada. Il primo edificio, noto come B5 e risalente all’inizio del XX secolo, è stato spostato nel nuovo centro città il 24 maggio 2017. Nello stesso anno la LKAB ha traslocato nell’area di Luossavaara la cosiddetta casa dell’ingegnere, risalente al 1900, con uno spettacolare trasporto eccezionale su strada (nella foto all’inizio di questo articolo). Poi è stato il turno delle celebri case gialle risalenti al 1905: si tratta di tre delle sei dimore di colore giallo che erano state costruite altrove e riassemblate a Kiruna nei primi anni, quando c’era forte richiesta di alloggi.

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IL NUOVO CENTRO DI KIRUNA

Nel 2014 partirono i lavori di costruzione del nuovo municipio, tre chilometri più a est del sito originario. I lavori durarono quattro anni finché, nell’agosto 2018, il cosiddetto Kristallen aprì ai visitatori e accolse le attività amministrative. Il nuovo edificio, progettato da uno studio danese di architettura, è di forma circolare. Gli interni danno l’impressione di stare sospesi dal soffitto, dentro un cristallo. Il vecchio edificio, noto come Igloo, venne demolito nel 2019. La torre dell’orologio invece, inaugurata nel 1963, venne smontata in sei parti, restaurata assieme alle sue 23 campane e quindi rimontata a fianco del nuovo municipio. Attorno al Kristallen è sorto il nuovo centro cittadino. Il 3 settembre 2022 è stato ufficialmente aperto al pubblico coi suoi nuovi centri commerciale, biblioteca e centro congressi e culturale. 

Anche la chiesa principale di Kiruna verrà spostata in una nuova posizione tra il nuovo centro cittadino e il cimitero. La chiesa, costruita secondo uno stile neogotico tra il 1909 e il 1912 nella zona più elevata della nascente città, ha una forma ispirata al goathi, la tradizionale capanna sami. Uno dei simboli di Kiruna, gli svedesi considerano questa chiesa uno degli edifici di maggiore pregio costruiti nel paese prima del 1950. Il suo trasferimento è previsto nel biennio 2025-2026. Larga circa 40 metri e alta altrettanto, l’edificio ha un peso di circa 600 tonnellate: il piano attuale è quello di procedere con un trasferimento nella sua interezza, poiché la deformazione del legno rende impossibile smontarla. Considerate le dimensioni dell’edificio e la complessità dello spostamento, la pianificazione dell’intervento è già in corso. Anche il campanile, costruito prima della chiesa, e la vicina tomba di Lundbohm verranno trasferiti nel nuovo sito.

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La chiesa di Kiruna, Diocesi di Luleå, Svezia, agosto 2010. Fotografia di Xauxa Håkan Svensson.

L’OPINIONE PUBBLICA

Per comprendere le scelte fatte e conoscere la storia della città e del territorio in via di trasformazione, nel 2020 il centro svedese di architettura e design “ArkDes” ha allestito la mostra “Kiruna Forever” sia a Stoccolma che a Kiruna. L’esposizione includeva fotografie e oggetti di particolare rilievo storico e artistico, provenienti soprattutto dal vecchio municipio da poco svuotato e demolito. Negli anni, sono stati condotti diversi studi per capire lo stato d’animo della popolazione alla decisione di continuare le attività estrattive e spostare la città.

La continua trasformazione della città è vista come un processo necessario e quasi inevitabile. Un detto locale recita che Kiruna si prende un raffreddore se la LKAB starnutisce. I residenti intervistati a riguardo hanno espresso negli anni opinioni differenti: dal disinteresse di chi riteneva fosse compito della LKAB e della municipalità prendersi cura della città, al senso di impotenza provato da altri. Molte delle preoccupazioni erano legate al futuro, a quanto la subsidenza possa incidere sulla città e soprattutto sul valore dei terreni e delle case. Nonostante le diverse opinioni, gli intervistati solitamente comprendevano la necessità del trasferimento e non vedevano alternative a lungo termine per la sopravvivenza della città.  

 

IL FUTURO DI KIRUNA

Di diverso parere è la popolazione sami che, seppur abbastanza integrata nella moderna Kiruna, ha chiesto una moratoria sullo sfruttamento minerario. Se l’apertura della miniera alla fine del XIX secolo costrinse i sami ad abbandonare i loro tradizionali pascoli, il trasferimento della città rappresenta un’ulteriore minaccia per il loro stile di vita. La trasformazione urbana va a sommarsi al cambiamento climatico, alla già presente attività di estrazione mineraria a Kiruna e negli altri siti estrattivi nonché all’ostacolo rappresentato dalla linea ferroviaria, rendendo sempre più difficili gli spostamenti delle mandrie di renne e le antiche pratiche di allevamento.

L’attuale programma prevede un’altra decina di anni per completare i trasferimenti e gli spostamenti nelle nuove aree, ma l’estrazione mineraria porterà inevitabilmente a un’espansione della subsidenza nell’area urbana. Kiruna proseguirà la sua marcia fatta di piccoli passi secondo un processo che la caratterizza sin dalla sua fondazione. Ma tante altre città nel mondo sono andate, vanno e andranno incontro a un fato simile. Per altre, invece, il destino al quale è andato incontro Malmberget è il più realistico. L’innalzamento del livello del mare e altri fenomeni dovuti al riscaldamento globale affliggono varie regioni del mondo. L’esperienza di Kiruna potrebbe rappresentare un precedente a cui ispirarsi.

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  • Giovanni Campa

    Giovanni Campa è un ingegnere meccanico. I suoi interessi spaziano dalla geopolitica allo sport, passando per le opere ingegneristiche tra cielo e terra.

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