Earth Black Box, la scatola nera del nostro presente

Testi di Marco Franchi
Illustrazioni di Eliana Odelli
Earth Black Box è un enorme registratore di informazioni sul nostro pianeta. Ha una forma squadrata, in acciaio, e si trova in Tasmania. Il progetto ambisce a diventare una testimonianza oggettiva del nostro presente.

4 minuti | 1 Marzo 2022

Laddove un tempo si estendevano rigogliose distese di foresta pluviale temperata, oggi restano ampie aree desertiche. Un arido saliscendi si alterna fino alle grandi onde dell’oceano Indiano che si infrangono sulla costa.

Ci troviamo in un futuro remoto, e un’isola – in antichità nota come Tasmania – accoglie con questi scenari gli esploratori del domani, nuovi pionieri in una terra ormai spoglia e disabitata. Sono sorpresi dalla presenza di un manufatto inatteso, semi sommerso da sedimenti accumulatisi per migliaia di anni.

Sulle pareti, solo in parte scoperte, sono impressi dei segni da decifrare, provenienti senza dubbio da un passato lontano e incerto: il nostro presente

Come una lettera in una bottiglia di vetro lanciata fra le onde del mare. Un messaggio spedito nel futuro, ma in questo caso sigillato dentro una gigantesca scatola nera. Si chiamerà Earth Black Box, e sarà il registratore di dati e informazioni del pianeta che l’umanità di oggi lascerà a disposizione degli abitanti della Terra del domani.

Il principio alla base di questo avveniristico progetto è quello delle scatole nere utilizzate negli aeroplani. Servirà a fornire risposte agli investigatori dopo che si è verificato un incidente. Anche nel caso della Earth Black Box, il fine è lo stesso.

UN MESSAGGIO PER IL FUTURO

Nel momento in cui il pianeta Terra si troverà ormai in balìa delle più estreme conseguenze causate dai cambiamenti climatici – con il genere umano sull’orlo dell’estinzione, o già estinto – la scatola nera darà la possibilità, ai pochi sopravvissuti o a qualunque forma di vita intelligente, anche aliena, di scoprire il destino che ha segnato l’umanità.  

Un viaggio verso la catastrofe che la specie umana ha naturalmente lo scopo di evitare. Ma, al tempo stesso, uno scenario possibile, che ha stimolato l’importante società australiana di comunicazione e marketing Clemenger BBDO, e i ricercatori e le ricercatrici dell’Università della Tasmania, a ideare il progetto.

Secondo gli autori, infatti, l’iniziativa Earth Black Box nasce con l’obiettivo di permettere alle generazioni future la lettura di una storia oggettiva del pianeta. Una storia fatta di dati scientifici e informazioni su come il genere umano ha affrontato il cambiamento climatico antropico nel corso dei secoli. Una testimonianza delle azioni – o non azioni – che la specie umana ha intrapreso per impedire i tragici effetti del riscaldamento globale.  

Nel momento in cui il pianeta Terra si troverà ormai in balìa delle più estreme conseguenze causate dai cambiamenti climatici […] la scatola nera darà la possibilità, ai pochi sopravvissuti o a qualunque forma di vita intelligente, anche aliena, di scoprire il destino che ha segnato l’umanità. 

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Earth Black Box, il ricordo delle nostre scelte

La struttura che ospita la Earth Black Box è formata da pareti di acciaio spesse 8 centimetri. Lunga 10 metri, alta 4 e con una profondità di 3 metri, sarà pronta entro la fine del 2022. Verrà installata in una località isolata sui rilievi della costa occidentale della Tasmania, fra le piccole città di Strahan e Queenstown.

Sarà alimentata da pannelli solari e avrà anche delle batterie di riserva. Nel suo cuore impenetrabile, invece, saranno presenti dei dischi rigidi in grado di memorizzare costantemente, e in tempo reale, dati provenienti da tutto il mondo.

Per aprire lo scudo che li protegge e conserva, e accedere alle testimonianze che custodiscono, è stato previsto un complesso sistema da decodificare. Non un compito semplice per gli esploratori del domani.

Ma quali informazioni troveranno, in futuro, le comunità che si imbatteranno nella scatola nera? Recupereranno indicazioni di ogni tipo sullo stato del pianeta e della società umana.

Inquinamento e livelli di CO2, dati sull’acidificazione degli oceani, sulle specie estinte, lo stato della salute della specie umana. Ma anche informazioni sui consumi di energia e soprattutto la cronaca delle azioni politiche intraprese dalle comunità globali. Decisioni prese nel corso di un conto alla rovescia verso un’apocalisse, da interrompere al più presto. Sarà compito di un algoritmo sfogliare miliardi di dati in tempo reale e selezionare le informazioni da registrare.

PROGETTATA PER DURARE

Progettata per essere indistruttibile, e resistere alle più forti calamità naturali, attualmente la scatola nera possiede hard disk in grado di registrare dati per i prossimi cinquant’anni. Ma l’obiettivo dei progettisti è migliorarne l’efficienza, aumentando la loro capacità di immagazzinare informazioni per secoli.

Ma per aprire lo scudo che li protegge e conserva, e accedere alle testimonianze che custodiscono, è stato previsto un complesso sistema da decodificare. Non un compito semplice per gli esploratori del domani, che immaginiamo appena giunti dinanzi alla scatola nera. La scoperta avverrà in una terra irriconoscibile rispetto al passato, nel silenzio di quel futuro desolato.

Proveranno la gioia di essere riusciti a sopravvivere sulla Terra? Soffriranno del rimpianto di non essere riusciti a impedire in tempo le drammatiche conseguenze del cambiamento climatico? È grazie a questi slanci d’immaginazione che l’Earth Black Box diventa un monito per noi esseri umani del presente, che abbiamo ancora la possibilità di scrivere un futuro diverso.

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  • Marco Franchi

    Marco Franchi è un fotografo naturalista. Laureato in Scienze Giuridiche all’Università di Udine, ha studiato e approfondito il ruolo del diritto nella tutela e nella conservazione della fauna selvatica. Ha un Master in Comunicazione della Scienza conseguito presso la SISSA di Trieste.

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