Fame di energia. Come i francobolli raccontano la transizione energetica

La nascita dei francobolli, a metà Ottocento, coincise con l’ascesa dei combustibili fossili. Ma oggi, rispecchiano la transizione energetica?

10 minuti | 16 Settembre 2022

Nella rubrica Storie su busta, il divulgatore scientifico (e appassionato di filatelia) Stefano Bertacchi racconta le storie nascoste nei francobolli. Apparentemente insignificanti pezzi di carta, in realtà i francobolli sono uno specchio di come cambiano il presente e la cultura.

Oggi consideriamo l’energia un tema più che mai attuale, nonostante in realtà sia stato un argomento che da sempre ha accompagnato l’umanità, sin da quando ha capito come accendere il fuoco. Le nostre società si sono sempre basate sull’uso di una qualche fonte di energia, che fossero gli animali da traino, il vento che gonfiava le vele o il fiume che muove le pale del mulino. 

Con l’avvento della rivoluzione industriale l’energia si è fatta ancor più protagonista del mondo, grazie anche all’uso delle risorse fossili, veri e propri succhi concentrati di energia. La nascita dei francobolli a metà Ottocento coincide quindi con l’espansione di un’umanità sempre più energivora. Non è un caso quindi che diversi francobolli abbiano affrontato il tema dell’energia, da tanti punti di vista. Soprattutto dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, quando le nazioni avevano più tempo per dedicarsi a francobolli colorati e figurati, che potessero approfondire tante tematiche diverse, in modo da raccontare alla propria popolazione e al resto del mondo la nazione stessa. 

I francobolli ci permettono anche di osservare una transizione energetica comunicativa, in quanto se inizialmente le risorse fossili erano dominanti, le rinnovabili hanno man mano trovato spazio verso la fine del XX secolo e oltre. Ecco quindi un piccolo viaggio filatelico nel mondo dell’energia, con un’avvertenza: in questo articolo troverete francobolli esclusivamente della mia collezione personale, che di conseguenza non sono del tutto rappresentativi della storia filatelica dell’energia. Mancheranno sicuramente pezzi da nazioni rilevanti nello scacchiere energetico mondiale, ma spero si dimostrino comunque un campione rappresentativo.

Petrolio e potere

Iniziamo dal Regno Unito, che nel 1978 in una serie dedicata alle fonti energia ne elenca quattro: petrolio, carbone, gas naturale e un non bene identificato “elettricità” con (forse) un riferimento al nucleare, usando l’immagine di un atomo non chiara. Tralasciando quest’ultimo, il messaggio è evidente: cari sudditi di sua Maestà, la vostra nazione è alimentata dalle fonti fossili. E questo non dovrebbe stupirci, in quanto nonostante sappiamo bene il loro pesante impatto sul clima e l’ambiente, le fonti fossili sono davvero molto ricche di energia, e il loro uso mediante combustione è relativamente semplice. 

Regno Unito (1978), serie “Fonti di energia”.

E se ormai abbiamo capito che chi possiede le fonti fossili può dominare l’economia globale, di conseguenza i paesi che hanno a disposizione queste risorse non hanno mancato di sottolinearlo anche mediante i francobolli. 

L’Arabia Saudita in pole position, con una serie intera di francobolli dedicati alla piattaforma petrolifera Al Khafji, emessa nel 1977 mediante una ventina di pezzi, tutti dai colori diversi e intriganti. Alla festa non possono ovviamente mancare gli Stati Uniti, che nel 1959 celebrano il centenario dell’industria petrolifera a stelle e strisce. 

Oppure ancora la Libia pensa bene di sbatterci in faccia le proprie riserve di petrolio e gas, che tanto fanno gola all’Italia stessa. Ripensandoci oggi fa strano vedere francobolli del genere, eppure sono normale conseguenza ed espressione del proprio tempo.

A sinistra, due francobolli dell’Arabia Saudita parte della serie dedicata alla piattaforma petrolifera Al Khafji (1977). Al centro, francobollo degli Stati Uniti dedicato ai 100 anni dell’industria petrolifera nel paese (1959). A destra, due valori del Regno di Libia (1968) dedicate al terminal petrolifero di Zuitina, situato nel nord del paese.

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Parte del paesaggio

Anche altri paesi – forse meno noti ai più quali produttori di combustibili fossili – hanno nel tempo voluto mettere in mostra le proprie risorse tramite i francobolli. L’Argentina, quasi timidamente, raffigura un pozzo di petrolio nel mare, con uno stile tipicamente classico, semplice ma efficace. 

Similmente a ciò che fa il Pakistan, rappresentando l’impianto di produzione di gas dell’azienda locale Sui, all’interno di una serie che celebra gli 8 anni dall’indipendenza. Dopo pochi anni dalla propria indipendenza anche l’Azerbaijan tiene a sottolineare la propria presenza nel settore: nonostante la serie del 2001 sia dedicata alla fauna del Mar Caspio, perché non piazzare una bella piattaforma petrolifera sullo sfondo?

A sinistra, francobollo dell’Argentina dedicato all’estrazione di petrolio dal mare (1948). Al centro, il Pakistan raffigura l’impianto di gas della Sui (1955). A destra, l’Azerbaijan nel 2001 accompagna la fauna del Mar Caspio a una piattaforma petrolifera.

La transizione energetica sui francobolli

Nel tempo la narrazione mainstream sul tema dell’energia cambia, in quanto ci rendiamo conto che abbiamo vissuto nella bambagia per troppo tempo e tagliare i consumi energetici potrebbe essere una soluzione sia ambientale che economica. Non sono però sicuro di quale ordine di importanza che avevano questi due aspetti, quando varie nazioni hanno iniziato ad emettere francobolli dedicati al risparmio energetico a cavallo tra anni ’70 e ’80, usando intelligenti strategie grafiche per veicolare questo messaggio (con o senza l’uso della lampadina).

Francobolli dedicati al risparmio energetico. In senso orario dall’alto a sinistra: Italia 1980, Spagna 1979, Germania Ovest 1979, Israele 1981.

L’evoluzione successiva è quella della promozione di risorse rinnovabili, che possano sostituire in parte o in toto quelle fossili, al fine di ridurre il nostro impatto ambientale. La spinta ambientalista da parte della popolazione nei confronti di governi e industrie ha ricadute anche filateliche, con francobolli dedicati a queste tecnologie che si diffondono.

Questo tema accompagna bene alla raffigurazione di diverse fonti rinnovabili, traducendosi in serie di più pezzi, ancora più appetibili per i collezionisti: un modo come un altro per avvicinare più persone a questa tematica di rilevanza strategica chiave.

Le fonti di energie rinnovabili: a sinistra un francobollo raffigurante un pannello fotovoltaico (Germania Ovest, 1981), a destra un impianto per l’energia geotermica (Nuova Zelanda, 1971).

Doppia coppia su solare ed eolico: a sinistra emissioni dell’India (1988), a destra del Belgio (2009).

Alcune amministrazioni postali hanno invece deciso di fare una specie di all-in con alcune serie di tanti valori dedicati al mondo delle rinnovabili, celebrandole come successo nazionale: se possiamo aspettarcelo da una nazione pioniera nelle rinnovabili come l’Olanda, potrebbe invece stupirvi un foglietto intero in tema emesso dall’Italia!

transizione energetica

Nel 2008 l’Olanda emette una serie di francobolli dedicate al mondo green, tra cui valori che presentano le auto elettriche, l’energia eolica e la produzione di biometano dal letame.

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Nel 2014 le Poste Italiane emettono questo foglietto di francobolli autoadesivi dedicati alle fonti rinnovabili usate in Italia, definendole quali eccellenze del sistema produttivo ed economico nazionale! Come potete ben immaginare, una volta letto l’annuncio mi sono fiondato alle poste per prendere un foglietto, nonostante la mia avversione per i francobolli autoadesivi. Ancora oggi questa immagine campeggia nella prima pagina della mia tesi magistrale in Biotecnologie Industriali.

L’evoluzione delle fonti energetiche usate dagli umani è stata quindi accompagnata e testimoniata dai francobolli, le cui serie che affrontano le diverse opzioni dovrebbero suggerirci che una sola unica soluzione in grado di risolvere i nostri problemi non esiste, ma che invece il mix energetico sia l’opzione migliore. Un francobollo degli Stati Uniti emesso nel lontano 1977 sottolinea come lo sviluppo del settore energetico passi dal sapiente connubio tra fonti rinnovabili, fossili e risparmio energetico. È questo quindi il messaggio che i francobolli ci lasciano: una transizione energetica testimoniata anche da questi apparentemente inutili pezzi di carta.

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