Come comportarsi se si incontra un serpente

Testi di Giulia Negri
Che li si trovi affascinanti o che li si tema profondamente, è meglio essere in grado di distinguere i serpenti e sapere come comportarsi nel caso in cui se ne incontri uno.

11 minuti | 18 Agosto 2023

Da sapere:

  • In Italia le vipere sono gli unici serpenti che possono creare problemi alla salute umana: gli altri serpenti italiani sono innocui. Spesso, la paura di un serpente può portare a reazioni o azioni ben più pericolose del serpente stesso.

  • Alcuni caratteri utili per distinguere una vipera da un serpente innocuo sono le dimensioni, la pupilla, le squame e la coda. La forma triangolare della testa è spesso un fattore non abbastanza marcato per riconoscere una vipera.

  • Quando si incontra un serpente bisogna allontanarsi per lasciare al rettile uno spazio di fuga: i serpenti attaccano solo come ultima risorsa. Di sicuro non vanno uccisi, perché sono fondamentali per gli ecosistemi (e anche perché si può incorrere in una multa fino a 30.000 euro).

È estate: molti raggiungono le montagne in cerca di refrigerio. Camminando, sulle vette brulle o nei boschi, possiamo incontrare animali con cui magari non abbiamo particolare confidenza, che ci fanno un po’ impressione o per i quali abbiamo addirittura una tremenda fobia: i serpenti. Dove è più probabile vederli? Come è meglio comportarsi quando ne incontriamo uno? E come capire se quello che abbiamo incontrato è una vipera o un serpente innocuo?

 

Animali striscianti e dove trovarli

Brutta notizia per chi ne ha la fobia: sulla carta i serpenti si possono incontrare ovunque, anche se perché succeda davvero si deve verificare una combinazione di diversi fattori, tra cui condizioni climatiche, altitudine, latitudine e presenza di una specie. Nel nostro paese, in genere, i serpenti cessano le loro attività in inverno, ma possono essere attivi in giornate particolarmente calde. Di solito è più probabile incontrarli nel periodo compreso tra primavera e autunno, anche se in estate riducono la loro attività nei periodi troppo caldi.

Potrebbe sembrare strano, considerato che siamo abituati a vedere lucertole e altri rettili che si scaldano al sole, o sotto le lampade nei terrari. Ma come molti invertebrati, pesci e anfibi, i rettili sono ectotermi, comunemente detti animali a sangue freddo. La loro temperatura corporea, cioè, dipende dall’ambiente esterno: quando fa troppo caldo devono trovare riparo all’ombra, e attendere che il termometro sia più clemente – la mattina presto e la sera tardi – per poter ritornare attivi.

Le vipere in Italia

Nella nostra penisola gli unici serpenti che possono destare preoccupazioni per la salute umana sono quelli del genere Vipera. La specie dal veleno più tossico è anche una delle più schive e sicuramente la più riconoscibile. Si tratta della Vipera ammodytes, o vipera dal corno, chiamata così proprio per il “cornetto” squamoso sulla punta del muso. Predilige ambienti aridi e secchi e in Italia è presente in Friuli-Venezia Giulia, in alcune aree montuose del Bellunese e in Alto Adige. 

La meno velenosa invece è Vipera ursinii, la vipera di Orsini, si può incontrare su alcuni rilievi appenninici di Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria, dove colonizza le praterie d’alta quota. La vipera con l’areale più ristretto è invece Vipera walser, o vipera dei Walser, presente solo in poche aree del Piemonte nord-orientale (fino a 2.400 metri di altitudine). Descritta come specie a sé pochi anni fa, è stata recentemente “declassata” a sottospecie del marasso, Vipera berus. Entrambe vivono nelle valli fresche e umide dell’arco alpino. 

Il marasso è diffuso nelle Alpi centro orientali soprattutto dai 1.000-1.500 metri in su: le popolazioni della Pianura Padana sono da lungo tempo estinte. Invece Vipera aspis – l’aspide, detto anche vipera comune – è presente con tre sue sottospecie in tutta la penisola, Sicilia compresa, in un’ampia varietà di habitat. Se siete in Sardegna, non ci sono vipere.

Quando ci si trova a bassa quota e in ambienti antropizzati, gli incontri più probabili sono con innocui colubridi, una vasta famiglia di serpenti che è frequente trovare anche nei giardini e negli orti.

Vipera aspis francisciredi

Vipera aspis francisciredi femmina adulta. Nell’immagine sono ben visibili le squame carenate e la pupilla verticale. Lombardia, provincia di Varese. Foto di Matteo R. Di Nicola.

Vipera berus serpente

Vipera berus (marasso), maschio adulto. La si distingue da Vipera aspis perché la prima ha la punta del muso arrotondata, mentre la seconda ha la punta all’insù. Vipera aspis, in più, ha il disegno dorsale che di norma non forma uno zig-zag così continuo o comunque non ha barre così numerose come in Vipera berus. Friuli Venezia Giulia, Tarvisiano. Foto di Matteo R. Di Nicola.

Come distinguere le vipere dai colubridi: dimensioni, pupilla, squame

Le vipere sono generalmente piccole: quando se ne incontra una per la prima volta si resta quasi stupiti. Se abbiamo appena visto un serpente più lungo di un metro, è molto probabile che non si tratti di una vipera e che sia un serpente quasi certamente innocuo. Le vipere italiane adulte hanno una lunghezza media di 50-70 centimetri; solo in casi davvero eccezionali si avvicinano ai 90-100 centimetri. Sono proporzionalmente più corte e tozze rispetto agli altri serpenti. 

È un dettaglio spesso difficile da vedere, ma le vipere hanno la pupilla ellittica verticale, come i gatti. I colubridi invece hanno la pupilla tonda come la nostra, anche se nel Carso triestino c’è un’eccezione, il serpente gatto europeo (Telescopus fallax), che per l’occhio fa onore al suo nome. 

Sfatiamo un falso mito: la forma triangolare della testa non è una caratteristica marcata in tutte le vipere. Affidarci solo a questo fattore per riconoscerne una ci può portare fuori strada. Oltretutto, molte specie di colubridi se si sentono minacciate imitano le vipere, appiattendo la testa e facendole assumere quella forma. Della testa di un serpente, invece della forma, è molto più utile guardare le squame: se sono poche, grandi, disposte in maniera molto ordinata, allora stiamo osservando un colubride; se sono piccole e poste disordinatamente, si tratta di una vipera. 

Una vipera, poi, lungo il tronco ha le squame carenate, ovvero dotate di una specie di cresta longitudinale che le fa assomigliare alla carena di un’imbarcazione. Questa caratteristica, però, è comune anche al cervone (Elaphe quatuorlineata) e alle bisce d’acqua. Mentre negli altri serpenti italiani spesso non si riesce a distinguere la coda dal resto del corpo, le vipere hanno una coda breve e sottile, con uno stacco abbastanza netto rispetto al corpo tozzo: per un occhio poco esperto, però, può non essere comunque facile capire dove inizia.

serpente

A sinistra abbiamo immagini di vipere, a destra di colubridi: vediamo nel dettaglio gli elementi distintivi.

A1 – B1: il corpo delle vipere è più corto e tozzo rispetto a quello dei colubridi.

A2 – B2: la pupilla nelle vipere è ellittica verticale, nei colubridi è tonda (eccetto per Telescopus fallax); in più, le vipere hanno almeno una fila di squame suboculari.

A3 – B3: le vipere hanno squame del capo più piccole e numerose.

A4 – B4: le squame dorsali delle vipere sono carenate, quelle dei colubridi sono lisce (tranne che per le sottospecie di Natrix, Elaphe quatuorlineata e a volte Zamenis longissimus, Zamenis lineatus).

Foto di Matteo R. Di Nicola.

Ho visto un serpente: che faccio?

Teniamo presente che il fatto di aver capito che il serpente davanti a noi non è velenoso non deve essere un invito a infastidirlo, a provare a maneggiarlo o catturarlo. Per la sicurezza nostra, per quella del serpente, e perché è illegale. La manipolazione, anche a fini fotografici, deve avvenire solo dietro autorizzazione ministeriale e, dove necessario, con autorizzazioni delle aree protette o delle singole regioni o province autonome.

Nel caso di incontro con una vipera, il comportamento da adottare è molto semplice. Basta fermarsi a un paio di metri di distanza e non si corre alcun rischio, perché la vipera non avrebbe fisicamente la capacità di raggiungerci. Lo scatto è fulmineo, è vero, ma interessa solo i primi venti centimetri circa del suo corpo: le vipere hanno piccole dimensioni e sono tendenzialmente lente. Questi rettili hanno un carattere schivo ed elusivo: preferiscono la fuga all’attacco e aggrediscono l’essere umano solo per difesa, se non hanno altra scelta. 

A qualsiasi serpente si incontri, infatti, è importante lasciare una via di fuga, non camminare nella sua direzione e non cercare di intrappolarlo o stuzzicarlo con un bastone, anche se non si hanno cattive intenzioni. I serpenti non cercano il confronto con gli esseri umani e la maggior parte tenterà comunque di fuggire. Qualche esemplare particolarmente battagliero, come ad esempio il biacco, potrebbe cercare di intimidire la minaccia che si è trovato di fronte. Quando pensano di non avere vie di fuga, molti serpenti soffiano, alzando la testa e puntando: un comportamento che, per chi non conosce questi animali, può risultare abbastanza inquietante. Ma, se si rimane a distanza di sicurezza e si lascia loro la possibilità di defilarsi, si tratterà di uno spettacolo unico ed emozionante a cui assistere. E, purtroppo, sempre più raro.

 

In caso di morso di serpente

In caso di morso di vipera bisogna lavare e disinfettare la zona del morso, bloccare l’arto come se fosse fratturato e raggiungere il pronto soccorso più vicino: trovate in questo articolo più indicazioni sui rischi del morso e sull’uso del siero antivipera. Incidere la ferita e succhiare il veleno, come si vede nei film, non è assolutamente un comportamento da adottare.

Il morso di vipera è immediatamente riconoscibile: il veleno iniettato da una vipera contiene proteine con funzione citotossica, che provocano la distruzione dei tessuti, con dolori locali estremamente intensi. Nel caso in cui si dovesse essere morsi da un serpente non velenoso, la maggior parte delle volte invece il tutto si risolverà in pochi minuti di bruciore, prurito o rossore, dal momento che i denti sono molto piccoli. 

In casi particolarmente sfortunati, non è del tutto da escludere che a un morso segua un’infezione batterica, se il serpente si fosse nutrito prima del nostro incontro, mangiando qualcosa di infetto. In ogni caso, inoltre, quando ci si reca in un ambiente naturale è opportuno essere coperti dal vaccino antitetanico, la cui durata è di dieci anni.

Una situazione in cui bisogna prestare molta attenzione è quella in cui si è su un sentiero con un cane. In alcuni casi un morso di vipera può causarne la morte, oppure comprometterne la salute. Se si è fortunati, comunque non si sarà trattato di una bella esperienza né per noi né per il nostro animale. Anche per questa ragione, è meglio tenere i cani sempre al guinzaglio.

Natrix maura

Natrix maura. La Natrice viperina ricorda Vipera aspis per la livrea, la forma della testa e alcuni atteggiamenti difensivi, ma come si vede bene da questa immagine la pupilla è tonda – ed è diversa anche la conformazione delle placche sul capo. Lombardia. Foto di Matteo R. Di Nicola.

Natrix tessellata

Natrix tessellata. Come si vede in questa immagine, anche un serpente innocuo può avere la testa di forma triangolare. Piemonte. Foto di Matteo R. Di Nicola.

Perché non dovrei uccidere un serpente?

Un serpente è una parte fondamentale dell’ecosistema in cui vive: se i serpenti muoiono, tutto l’ambiente ne soffre. Ma proviamo solo per un istante a non considerare gli aspetti etici ed ecologici. Non bisogna uccidere un serpente perché è illegale: «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni» (Art. 544 Bis del Codice Penale) e «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. […] La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale» (Art. 544 Ter del Codice Penale).

Al di là delle leggi regionali, provinciali o specifiche per le aree protette, tutti i rettili sono protetti a livello europeo dalla convenzione di Berna (Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa) e dalla direttiva Habitat.

Se la paura è rivolta ai bambini che giocano in giardino, il modo migliore per proteggerli è insegnare loro come comportarsi. Ai bambini bisogna insegnare a essere prudenti, a rispettare la natura e a non toccare gli animali, nello stesso modo in cui si raccomanda di non mangiare bacche che non si conoscono o in cui si spiega che si può toccare un cane solo con il permesso del padrone e nel modo corretto.

Uccidiamo o non facciamo alcuno sforzo per proteggere gli animali che associamo con il male o che ci creano problemi, mentre preserviamo quelli che ammiriamo, troviamo carini o dai quali otteniamo dei benefici. I serpenti vengono apprezzati per le meraviglie estetiche, anatomiche, fisiologiche, comportamentali ed ecologiche che sono, oppure sono temuti per paura o incomprensione. Sono un anello fondamentale per il delicatissimo equilibrio dell’ambiente, e come tali vanno compresi, studiati, protetti e rispettati.

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  • Giulia Negri

    Giulia Negri è giornalista scientifica. Scrive di scienza, ambiente e natura. Laureata in fisica, ama parlare di montagna, animali e foreste, è appassionata di libri e giochi da tavolo.

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